Il regno di Ga'hoole GDR

Nella zona rocciosa

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Aylin e Kalila
Posted on 2/9/2013, 17:15     +1   -1






Lyset




Armatura:Disarmata

Un'ombra bianca sorvolava, durante quella notte di luna piena, il grande deserto di Kuneer. Era splendido, quell'immensità la faceva sentire a casa, la faceva sentire libera. Le ali sfioravano l'aria, accarezzando quell'impalpabile elemento che la sorreggeva, e le permetteva di sognare.
Lyset chiuse gli occhi, appagata. Quella serata si stava rivelando davvero magnifica. Il sole era calato da poco, ma già il buio ricopriva ogni angolo di quel posto desolato, abbandonato, deserto appunto. Planò lentamente, posandosi su una sporgenza rocciosa che potesse sostenerla. Osservare il cielo era uno dei suoi passatempi preferiti fin dalla nascita. L'occhio di Glaux, la stella più brillante, se ne stava immobile, in quel cielo terso. Sembrava così lontana, eppure per lei era come se si trovasse al suo fianco, come un'anima errante che aveva trovato posto nello spazio, ma che ancora risiedeva in parte nella sua terra d'origine. Sospirò, ammaliata. Niente la rendeva felice come la pace e la tranquillità di quel posto. Chiuse gli occhi, serena. Quando veniva lì si dimenticava di tutto e di tutti, rimanevano solo lei e le stelle. In quel posticino nascosto alla vista, celato agli occhi indiscreti, da ormai 3 anni veniva a osservare il firmamento. Lo spettacolo maggiore era all'alba, quando il sole faceva capolino da dietro una collina, e il blu notte cedeva il posto all'azzurro limpido. Pensierosa, non si accorse del fruscio di ali che l'aveva accompagnata fin lì.

<b>




Edited by ğ Raven ~ - 2/9/2013, 21:38
 
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Posted on 2/9/2013, 17:33     +1   -1
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Le sue ali brune battevano ritmicamente, portandolo lontano dai Canyon in cui si erano rifugiati i Puri, seguendo le sue amate stelle. Fin da quando era piccolo, le stelle erano la sua unica consolazione. Erano le uniche che non lo giudicassero per il suo piumaggio così scuro, così diverso da tutti gli altri. Alcuni, sapeva, non lo ritenevano nemmeno degno di stare tra le fila dei Puri. Lui spesso rispondeva qualcosa come "Beh, il mio piumaggio potrebbe essere un segno di Glaux. Potrebbe essere un segno che sarò un grande condottiero e non un semplice soldato nella mischia.", nemmeno lui ci credeva, ma era un ottimo modo per zittire l'interlocutore.
Si era talmente perso nei suoi pensieri, seguendo l'occhio di Glaux che splendeva alto sopra la sua testa, che quasi si sorprese quando abbassando lo sguardo vide scivolare sotto di lui la zona rocciosa del deserto del Kuneer.
E una figura bianca come un fantasma attirò la sua attenzione.
Se ne stava tutta sola, appollaiata su una sporgenza. Sembrava stesse guardando anche lei le stelle.
Si avvicinò, cauto, abbastanza per capire la natura della figura. Era un barbagianni, un Tyto come lui, solo tremendamente bianco, a differenza di lui.
Si avvicinò e gli atterrò a qualche metro di distanza, artigliando sonoramente la roccia che si sgretolò un po' sotto la sua stretta ferrea. Aveva visto altri Tyto molto chiari, suo padre era chiaro, ma non aveva mai visto nulla di così bianco oltre alle stelle, neanche tutte, nel cielo buio.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 2/9/2013, 17:40     +1   -1






Lyset






Lyset sobbalzò alla vista di quella figura ignota. Alla luce della luna notò la sua natura: era un Tyto, ma non era un normale Tyto. Vedeva che la sua colorazione era diversa, scura. Era esattamente un Tyto melanico, con una colorazione marrone. Lo fissò per un po', con gli occhi che vagavano sul suo piumaggio tanto particolare, poi scostò lo sguardo: sapeva cosa aveva passato. Anni e anni di derisione, dove gli altri pensavano che non si fosse degni, che si fosse dei vermi nati Glaux solo sa come. I suoi occhi tradivano malinconia.
Non volle parlare, preferì starsene zitta, ma dal suo canto era un po' incuriosita: perché si era proprio posato lì? Ce n'erano a bizzeffe di posti simili in cui appollaiarsi, perché proprio lì?!
Se pensi che me ne vado perché sei arrivato tu, ti sbagli di grosso
Prese di nuovo a osservare le stelle, perdendosi nei loro bagliori eterni.

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Posted on 2/9/2013, 17:59     +1   -1
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<< Oh, no, non era mia intenzione mandarti via. >> rispose Deneb, facendo finta di non aver notato il sobbalzare dell'altro barbagianni, che ora sapeva essere femmina. << In fin dei conti tu sei arrivata prima di me, sono io l'intruso, qui. >>
Prese tempo, lisciandosi una penna dell'ala che era andata fuori posto, poi tornò a guardare le stelle anche lui.
Era giusto provare ancora a parlarle? Non sembrava troppo contenta di avere uno come lui intorno. E quanto era saggio farlo effettivamente? Lui era un Puro, braccato dai Guardiani. Lui non l'aveva mai vista prima, altrimenti se lo sarebbe ricordato. Per quanto ne sapeva poteva benissimo far parte dei Guardiani e Deneb non aveva nessuna voglia di rischiare la vita per parlarle.
Però....però era così interessante! Era così candida, decisamente troppo per un qualunque barbagianni, figurarsi per una femmina!
A questo pensava mentre seguiva con lo sguardo gli Artigli Dorati, così grandi e magnifici nel cielo notturno, che si aprivano come a voler ghermire l'intero deserto.
Forse se giocava bene le sue carte poteva benissimo parlarle. Non doveva di certo raccontarle tutta la sua storia, dove viveva o per chi lottasse.
Abbassò a quel punto lo sguardo su di lei e per un attimo si perse a guardare incantato come la luna le illuminava in candido piumaggio, poi si riscosse.
<< Vedo che anche tu sei molto interessata alle stelle. >> constatò, con fare volutamente disinteressato.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 2/9/2013, 18:32     +1   -1






Lyset






Lyset lo fissò con voluta lentezza: studiava quel tipo, che non le ispirava qualcosa di cattivo. Forse non era del tutto una minaccia. Forse era stata di nuovo troppo scorbutica. Si rilassò un poco, e riprese a volgersi verso il firmamento, facendo vagare lo sguardo.
Alla domanda di quel barbagianni, lei annuì distrattamente, senza prestare troppo interesse alla domanda. Non le interessava dialogare con nessuno, quando si ritirava in quella solitudine. Ma vide una buona possibilità di offrire il suo parere e conoscere quello altrui, magari conoscendo anche il suo schieramento. Vi riflettè un po' perplessa, poi decise di parlargliene, anche se era davvero pericoloso. Da ciò magari avrebbe dedotto il suo schieramento, e l'avrebbe attaccata.
Vedi, io penso che sia uno spettacolo stupendo, perché ci abbraccia al nostro risveglio, quasi volesse proteggerci, il nostro firmamento blu. Le stelle ci accettano per ciò che siamo, si mostrano sempre uguali, senza indossare quelle sciocche maschere che indossano i gufi per celare la loro vera natura. Sono identiche davanti a tutti, non emettino giudizio, ti accettano per ciò che sei, nel bene e nel male, e ti offrono una guida da seguire per tutto il corso della tua vita. Nella volta celeste brillano mille mila stelle, anche di più, una fusione di due cose totalmente diverse. L'universo, gelido, e la stella calda. Il firmamento, oscuro, e la luce emanata da quei corpi celesti, brillante e candida. L'unione, la fusione intima di qualcosa di tanto diverso eppure così comune, mi affascina. È una dinamica particolare, ma che garantisce la pace e l'armonia. È la differenza, il confronto che ci permette di trovare in noi cosa siamo veramente, la nostra essenza.
I suoi occhi scuri brillarono durante quel discorso, perché quelle cose le sentiva nel cuore, provenivano da lì. Si sentiva scaldata dalle sue stesse parole, e si augurava che quel Tyto non cominciasse a darle contro, attaccandola o infangando la sua teoria.
Non lo farà quella voce sembrava così eterea, proveniva dalla sua mente, dalla parte più recondita e nascosta.
Si voltò finalmente verso quell'intruso, per attendere la sua risposta, augurandosi che giungesse presto.


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Posted on 2/9/2013, 18:57     +1   -1
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Deneb rimase incantato, rapito dal discorso della femmina. Per un secondo, solo per uno, si chiese scioccamente se non fosse ancora lui a parlare. Ma il suo becco era chiuso e la voce di lei era più melodiosa della sua.
Era una cosa così...da lui. Quel magnifico discorso sulle stelle, sul loro silenzio, sulla loro comprensione e bellezza, condivideva tutto.
Si chiese perché non ci avesse pensato prima. Come aveva notato, era troppo bianca, anche lei doveva aver passato una brutta infanzia per la sua stessa ragione, anche se i loro piumaggi erano opposti.
- Ai gufi non va mai bene niente. - si disse - Devi essere della giusta gradazione di colore, o verrai emarginato e deriso. -
Fece scivolare uno sguardo triste su di lei, con una sensazione di risentimento nel ventiglio per la loro sfortunata situazione. Si chiese se anche lei aveva dovuto sopportare di vivere con una famiglia che non la voleva, che aveva accettato di allevarla solo perché i Puri di grado più alto li avevano persuasi, perché "ogni grinfia conta, di questi tempi".
Si prese il suo tempo per risponderle, fissando i suoi occhi scuri in quelli così neri di lei. << Hai ragione. >>
Alzò lo sguardo verso il cielo, il suo bel cielo stellato. << Le stelle, così belle, così luminose, così...chiare sono sempre state lì, per me, quando ne avevo bisogno mentre gli altri.. beh, non proprio, come puoi immaginare. Churr.>>
Ridacchiò, sì, ma era una risata triste, lo si poteva capire benissimo. Riabbassò lo sguardo su di lei, calmo ma meno triste di quello di prima.
<< Anche tu devi saperne qualcosa, o sbaglio? >> osò.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 2/9/2013, 20:25     +1   -1






Lyset






Quando rispose "Hai ragione", il mondo riprese consistenza. Bene, un amico, qualcuno che condivideva il suo pensiero, finalmente. Dopo anni e anni di derisioni, qualcuno che le desse ragione era unico quanto la stella dell'occhio di Glaux.
Sorrise compiaciuta, mostrando per un attimo un po' di benevolenza, poi tornò impassibile. La domanda del gufo era diretta, e lei sapeva che gli doveva una risposta. Ma perché? Non lo conosceva neppure.
Non mi va di parlarne. tentò di mantenere un tono duro e autoritario, che non ammetteva repliche, ma la sua voce era incrinata. Perché aveva toccato quel tasto? Credeva che sapesse come ci si sentisse quando tutti ti sono contro, quando ognuno immagina che tu sia la peste nera. Sospirò, un sospiro carico di rabbia, rimorso, malinconia e nostalgia. Nostalgia per il passato, allora era una piccola pulla ancora inesperta, che vedeva il mondo splendido in ogni sua sfumatura. Col tempo aveva capito che esistono i preconcetti e i pregiudizi, che i gufi non sono tutti gentili, prima fra tutti sua madre, la terribile Kuntie che la odiava profondamente.
Fissò il barbagianni. Il suo piumaggio e la sua conformazione robusta gli conferivano un aspetto molto signorile.
Sei il primo gufo che mi rivolge la parola senza scostare lo sguardo disgustato... osservò, basita. Non si aspettava che qualcuno potesse farlo, eccetto sul fratello Shenk, lui la amava, le voleva bene, l'accettava per com'era. Chiuse gli occhi, che le pizzicavano per le lacrime, le ricacciò indietro e li riaprì. Poi si rivolse verso il gufo, gli sorrise amaramente ed emise un Churr. Infine spiegò le ali e volò via.
Vieni sussurrò poi, con voce armoniosa, prima di prendere una corrente ascensionale e farsi strada fra le nuvole, seguendo le stelle.
Doveva fare vedere al giovane barbagianni quell'oggetto.

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Edited by Aylin e Kalila - 2/9/2013, 21:54
 
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Posted on 2/9/2013, 21:06     +1   -1
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- Ho osato troppo. - pensò quando lei gli rispose. In effetti nemmeno lui la prendeva troppo bene quando altri barbagianni s'impicciavano troppo dei fati suoi o, soprattutto, alludevano al suo piumaggio con commenti e domande.
Era stato troppo azzardato fare una domanda del genere e si chiese in effetti perché non ci avesse pensato abbastanza prima di porla. Per questo si sorprese quando la femmina candida gli rivolse nuovamente la parola.
<< Oh, e perché dovrei? >> chiese sorpreso << Il mio piumaggio non è l'unica cosa che mi distingue dagli altri. >>
Questo lo inorgogliva sempre. Senza falsa modestia, si riteneva più furbo di molti altri Puri. Vedeva molti suoi simili accecati dal desiderio della guerra, incapaci di soffermarsi a pensare e capaci di usare solo i muscoli. Lui invece si fermava spesso a pensare e aveva capito che molte cose che gli altri ritenevano vitali in realtà non lo erano. Anche se tutte le razze oltre ai Tyto gli facevano spesso e volentieri ribrezzo, non riteneva davvero importante la supremazia dei Puri su di loro. E in questo, solo in questo, assomigliava un po' a sua madre, per la sua scarsa lealtà ai Puri.
Si alzò prontamente in volo, quando lei lo invitò, senza farselo ripetere una seconda volta, come se non stesse aspettando altro. Era curioso di sapere dove la femmina volesse portarlo.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 3/9/2013, 09:10     +1   -1






Lyset






Lyset manteneva quota grazie a quella corrente, ogni tanto batteva le ali, ma solo per tenersi in assetto. Tagliava veloce quell'aria limpida e pura tentando di non lasciare indietro il maschio. Seguiva la pinna di balena da ormai una mezz'oretta quando giunse finalmente alla meta: Un picco bianco che svettava su tutti gli altri, un monte molto più alto. A quella quota era più difficile volare, tuttavia per lei non c'erano problemi: si allenava fin dalla tenera età per quello. Ormai erano arrivati. Planò dolcemente su quella cima candida, rabbrividendo al contatto con la neve. Lì si era mantenuta nonostante il caldo del deserto. Si volse verso l'altro gufo e gli mostrò quel pezzo di universo. Da lì le stelle si vedevano ancora meglio, erano raggianti e sembravano essercene molte più del solito. Si osservava perfettamente la via lattea. Rimase immobile, le ali leggermente aperte, a godere di una gelida brezza e di quello spettacolo. Era sicura che lui si sarebbe stupito: difficilmente i Tyto arrivavano a quelle quote, e se lo facevano era solo, stupidamente, per combattere. Non aveva mai capito appieno cosa ci trovassero di tanto interessante nella lotta. Non era forse solo un modo per ferirsi e morire? Se altre razze di gufi vivevano in quel mondo, c'era certamente un motivo e sebbene fossero meno abili dei barbagianni, con un po' d'impegno forse potevamo eguagliarli, riteneva. Non disdegnava le altre razze di gufi, erano semplicemente diversi, come poteva esserlo lei per loro. Avevano comunque diritto ad una vita dignitosa. Dopo qualche minuto di riflessione iniziò a concentrarsi su quel gufo: come aveva detto di chiamarsi? Ah, no, forse non le aveva detto il proprio nome. Intanto con una zampa si rigirava l'anello che portava alla zampa. Era un ninnolo che possedeva da quando aveva memoria, e che sua nonna le aveva fatto indossare, dietro richiesta di sua madre, durante la sua presentazione ai Puri, poco prima che quest'ultima morisse in battaglia. Disprezzava quell'aggeggio, ma non era mai riuscita a levarselo: prima o poi se lo sarebbe staccata a furia di morsi, se lo sentiva. Era argentato e recava la scritta "Lyset Jaevla-La Luce maledetta" in corsivo, con un inchiostro nero indelebile. Giustamente quello era il significato del suo nome, nome che le aveva conferito sua nonna in aggiunta a quello che preferiva sua madre: Jaevla, ossia Maledetta. Ma quel nome era dipinto dentro di lei, a fuoco, nonostante l'anello che portava alla zampa.

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Posted on 3/9/2013, 13:33     +1   -1
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Deneb s'infilò nella corrente subito dietro alla femmina e si rese conto piuttosto in fretta di quanto quella femmina volasse meglio di lui. Scivolava sull'aria con una grazia ed eleganza, con quel suo bel piumaggio candido ed etereo alla luce della luna piena, che cominciò ad ammirarla molto di più, tanto che quasi non si accorse che stavano seguendo la Pinna della Balena.
Subito non ci aveva assolutamente pensato, ma ora sapeva che non era saggio seguirla. Non sapeva nulla di lei, nemmeno il suo nome. Sapeva solo che era affascinata quanto lui dalle stelle nel cielo.
E che era una sua anima affine.
Non poteva fargli del male, concluse. Anche se lei fosse stata una Guardiana e avesse scoperto che lui era un Puro, era sicuro che non avrebbe mosso un artiglio contro di lui. Probabilmente non gli avrebbe più rivolto la parola, ma non l'avrebbe attaccato, ne era sicuro.
Poi poteva sempre provare a spiegarle che non condivideva fino in fondo gli ideali dei Puri e non provava alcun interesse per la loro supremazia conquistata con la forza.
Seguire la femmina cominciò a diventare più difficile e dovette concentrarsi per bene su quello che stava facendo, invece di lasciare la mente libera di vagare. Lei stava salendo di quota con una facilità impressionante, per lo meno agli occhi di un Tyto come lui che non era mai salito molto più in alto dei Canyon di St.Aeogolius. Riuscì comunque a cavarsela, anche se decisamente non bene quanto lei.
Atterrò dopo di lei sul picco innevato e rabbrividì appena le sue zampe entrarono a contatto con la neve, facendogli rivalutare gufi come le civette delle nevi, ma era troppo preso da tutto quello che aveva intorno per soffermarcisi.
Non aveva mai visto al neve in vista sua. Rimase per un po' a guardarla e a grattarla con gli artigli, osservando estasiato come luccicasse sotto la luna e quanto fosse morbida tra le sue dita, dimenticandosi quasi dello spettacolo di stelle sopra di lui. Poi rialzò la testa e rimase bloccato lì, col becco un po' aperto, a fissare lo spettacolo che il cielo gli offriva.
Sopra di lui brillavano un'infinità di stelle, che sembravano molte di più di quelle che vedeva normalmente a quote più basse. Proprio sopra la sua testa c'era un grosso fascio bianco che scintillava magnifico e imponente tra le altre stelle.
<< Magnifico. >> riuscì a stento a dire, con un filo di voce, mentre si riempiva gli occhi di quella visione stupenda.
Non avrebbe mai ringraziato abbastanza quella femmina per avergli mostrato uno spettacolo simile.
<< Il tuo nome. >> disse ancora, senza staccare lo sguardo dalla volta celeste, completamente rapito dalla sua bellezza. << Dimmi il tuo nome. >>


 
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Aylin e Kalila
Posted on 3/9/2013, 13:42     +1   -1






Lyset






Lyset osservò l'espressione meravigliata del volatile, constatando che anche lei, tempo prima, aveva espresso quella bellezza con la stessa parola. Giá, davvero meraviglioso.
Quando esso gli chiese il nome, lei non potè che scuotere la testa con disapprovazione.
Non posso rivelartelo, non ti conosco, se te lo dicessi dovrei poi ucciderti. E non mi attira affatto l'idea.
La barbagianni sorrise, tentando di apparire come comprensiva.
Lo scoprirai a tempo debito. Per ora chiamami Luce. Lyset grattò un poco la neve, divertita da quello sconosciuto e dalle sue reazioni.
E tu? Qual è il tuo nome? Di che schieramento fai parte? Ah, dimenticavo... Ormai di questo tempi è meglio non porre certe domande.
Emise un amaro Churr e tornò seria.
Io sono neutrale Non voleva rivelargli di quale facesse parte, ma una simile affermazione non poteva di certo portarlo ad attaccarla, pensava. Un Puro poteva benissimo accettare la posizione neutrale e così anche un Guardiano.

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Posted on 3/9/2013, 14:38     +1   -1
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Deneb




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La risposta della femmina lo sorprese talmente tanto che si riscosse e abbassò lo sguardo verso di lei. << Uccidermi? >> ripeté a metà tra il sorpreso e il divertito. Quella femmina sì che era interessante! << Per un nome? Beh, sono lusingato che non ti attiri l'idea di uccidermi. >>
Emise un Churr divertito, davvero divertito, e sincero.
<< Bene, Luce sia. >> concordò, come il soprannome di lei dovesse deciderlo anche lui. << E' un bel nome, ti si addice. >> concluse, fissando gli occhi neri di lei.
<< Per quanto riguarda il mio nome...>> cominciò, ma si fermò. Era sicuro rivelarle il suo vero nome? Se lei aveva qualcosa da nascondere, tanto da non potergli rivelare il suo nome, poteva rivelarsi pericoloso rivelarle il proprio? Era forse meglio fare come lei? Darle un nome fittizio?
<< ...potrei fare la stessa cosa. >> prese ancora un po' di tempo. Come poteva chiamarsi lui? Il suo piumaggio era un marrone molto scuro, quindi, legno? Quercia? Oppure...buio?
Gli scappò un Churr divertito.
- Oh sì, Buio. E lei Luce. Dopo il suo discorso sulle stelle ed il firmamento, non sembrerà di certo che ci stia provando con lei. - pensò divertito.
<< Ma non lo farò. >> concluse con un sorrisetto divertito. << Chiamami pure Deneb. >>
In fondo, non è che fosse così famoso tra i Puri, darle il suo nome non lo metteva così tanto in pericolo. Non aveva ancora avuto contatti con i Guardiani e tra i Puri molto lo chiamavano semplicemente "quello scuro", senza interessarsi troppo al suo vero nome.
<< Eh, beh, in un certo senso si può dire che anch'io sia neutrale. Non sono proprio tra i "fedelissimi". >> ci scherzò sopra, senza rispondere più di tanto alla domanda di Luce, nonostante la mancanza di fedeltà veniva punita severamente, tra i Puri.
Solo allora notò un luccichio argentato provenire dalla zampa della femmina. Lo studiò da lontano, per non disturbarla. Sembrava un anello, d'argento, con una scritta nera ma da quella distanza non riusciva a leggerla.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 3/9/2013, 15:56     +1   -1






Lyset






Lei sorrise amaramente per lo stupore e il divertimento di lui. Be', più per il divertimento che per lo stupore. Non è affatto divertente. Se non ti rivelo il mio nome c'è un perché, e se ho asserito che in tal caso ti ucciderei, dev'essere piuttosto serio, non pensi? Lei lo guardò di sbieco, con un sopracciglio alzato. Forse aveva ancora una volta troppo dato a vedere la sua natura antipatica e presuntuosa.
No, comunque non mi va di ucciderti. Sarebbe fin troppo stupido e noioso battermi con te. La lotta non fa per me. concluse, irritata.
Dopo un attimo di silenzio lui parlò di nuovo, si riferiva al suo nome.
Davvero ti piace il nome Luce? pensò Lyset, basita.
Tipo strano... Be', immagino che la sua vita non sia così diversa dalla mia, penso sia normale che gli piaccia il mio nome... A questo punto non mi stupirei tanto se lui decidesse di farsi chiamare Buio
emise un fievole Churr, riflettendo sull'interessante idea.
Alla fine lui concluse di chiamarsi Deneb.
è un bel nome... E sai cosa significa? Significa Coda. Si trova nella costellazione del Cigno, che noi gufi Tyto non conosciamo, ma altri, come quelli delle terre del nord, utilizzano spesso per orientarsi. affermò, convinta. Le piaceva il suono del suo nome, era dolce ma duro. Particolare, ecco.
Io non sono minimamente fedele. Non mi interessa chi vince o perde, è uguale...
Infine notò lo sguardo interessato di lui per l'anello che portava alla zampa, ma preferì non parlarne. Quel vecchio oggetto la faceva sentire in imbarazzo, oppure la faceva sentire troppo vistosa, mentre a lei piaceva rimanere nell'ombra.
Sai, se fossi una civetta delle nevi verrei sempre quassù, perché non rischierei mai di congelarmi eppure avrei la possibilità di godere di tutto questo. Sono fortunate, le civette delle nevi. Forse aveva rivelato troppo, forse ora lui avrebbe pensato che lei era dei Guardiani e l'avrebbe attaccata. Ma ormai chissene fregava del proprio schieramento, dopo averci parlato così tanto, aveva capito che quel barbagianni era assolutamente innocuo. Fu allora che mormorò Puri. Io, ahimé, sono dalla loro parte.


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Edited by Aylin e Kalila - 3/9/2013, 17:17
 
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Posted on 3/9/2013, 16:31     +1   -1
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Deneb




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In effetti Luce aveva ragione, non era divertente. O almeno, non avrebbe dovuto divertirlo. Ma lui non ci poteva fare niente, lo trovava in qualche modo divertente.
Ascoltò la spiegazione di lei sul suo nome. << Sì, sapevo che era il nome di una stella. Una delle poche cose che i miei genitori hanno azzeccato è stato darmi il nome di una stella, anche se non l'ho mai vista e non conoscevo la sua costellazione. >> disse, sorridendo in un modo un po' triste e nostalgico. Gli piacerebbe tanto vederla, ma non aveva idea di dove fosse o fin dove dovesse spingersi per vedere la sua costellazione.
<< Sì, le civette delle nevi sono molto fortunate. >> concordò con lei.
- Orribili, ma fortunate. - aggiunse mentalmente. Non si sognava assolutamente di dire cose del genere con lei presente. Un Puro non avrebbe mai detto una cosa del genere, a parte lui, ne era sicuro. Lei doveva essere una Guardiana. O al massimo una che non faceva parte sul serio di nessuno schieramento.
Nel primo caso, il suo dovere di Puro gli imponeva di attaccarla e farla a pezzi, lì, sotto quel cielo stellato. Nel secondo, avrebbe dovuto portarla, anche di peso, dai Puri per arruolarla e mandarla a morire combattendo.
- Sì, come no. Contateci. - pensò, con un sorriso furbo di sfida. Sfida verso i suoi superiori, che lo comandavano a bacchetta. Sfida verso i suoi genitori, che lo ritenevano inutile e speravano che l'onta di averlo dato alla luce si sciacquasse se si fosse reso un minimo utile, magari morendo in battaglia.
Ma poi lei disse qualcosa che lo colse talmente tanto di sorpresa da paralizzarlo.
<< Puri? Hai detto Puri? >> blaterò stupito, poi esplose in un sonoro Churr.
<< Proprio adesso! Proprio adesso che ero convinto che tu fossi una Guardiana mi dici che invece sei tra i Puri, come me. >> mosse qualche passo verso di lei, più per staccare le zampe dalla neve che per altro. << Bene, quindi non sono l'unico a non provare particolare interesse per la loro supremazia sui non-Tyto. Mi fa molto piacere. >>


 
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Aylin e Kalila
Posted on 3/9/2013, 16:47     +1   -1






Lyset







Lei ascoltò attentamente il suo discorso inerente la propria natura. Poi concluse. E se ti avessi detto che ero una Guardiana tu cosa avresti fatto? domandò, dubbiosa, diffidente. Poco importa. Sembra ragionevole...
Infine asserì, certa Li chiami non-Tyto quasi ti facessero schifo. Ma se ci pensi anche noi non siamo come loro, quindi anche noi siamo quelli che tu definisci Non-Tyto. Sono semplicemente diversi, meno abili, certo, ma comunque hanno diritto al rispetto come dovremmo averlo noi che, solo perché siamo diversi, veniamo derisi e ritenuti indegni. Ti rendi conto che stai dicendo tu stesso che ti fai schifo?! Lyset era furente. Sentiva il sangue scorrere lesto nelle sue vene, quasi fosse stato appena inserita una dose fatale di adrenalina. Lo fulminò con uno sguardo di fuoco, si sentiva avvampare. Quello era irrispetto anche per lei. Allora spiegò le ali e prese il volo, adirata. Non intendeva parlare più con quel tipo, era come gli altri. E lei che si era persuasa a pensare che fosse diverso, magari più aperto, neutrale come lei. Invece era uno di loro, uno sporco, lurido gufo che poteva definirsi in qualsiasi modo, tranne che Puro. Puro era chi si manteneva nel mezzo, chi non si sbilanciava. Una lacrima scese dal suo scuro occhio, lacrima argentea che scivolò giù, su quelle dune di sabbia, su quelle rocce. Sperò che lui non l'avesse vista e interpretata come lacrima di tristezza, perché ciò non era: era solo rabbia, tanta rabbia e odio nei confronti di loro, dei "Puri". E anche dei Guardiani.
Si augurò che lui non andasse ora a riferire delle sue parole ai Puri, e per un attimo ebbe l'intenzione di voltarsi e tornare indietro, scusandosi. Ma subito il pensiero venne nuovamente sostituito da un profondo astio, e lei continuò a battere le ali. Continuò a volare, sfrecciando veloce nel cielo notturno.

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