Il regno di Ga'hoole GDR

Nella cavità segreta, Role chiusa

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Aylin e Kalila
Posted on 5/9/2013, 15:49     +1   -1






Lyset






Lyset continuava ad avere serissimi dubbi sulle intenzioni di Deneb, ma avrebbe saputo come difendersi. In fondo, in quel luogo, lei sapeva destreggiarsi sicuramente meglio. Aveva iniziato a planare perché si avvicinavano al bosco, e lei si sarebbe orientata meglio da vicino. Le ali si muovevano ad ogni spostamento d'aria, come in un gioco dove, con un passo falso, ci si sarebbe potuti fare davvero troppo male. Gli alberi erano fitti, e così le loro fronde. Bisognava deviare in continuazione la traiettoria, era impensabile rimanere costantemente diritti. Dopo almeno due orette di volo, giunsero finalmente al luogo prescelto da Lyset, che atterrò posandosi dolcemente sulla pietra. Non erano su un albero, ne per terra. Si trovavano alle basi di un alto picco di roccia, e attorno a loro, la foresta lussureggiante, piena di colori esotici e attraenti. Quel picco non era altro che una roccia con una strana forma a cono, ovviamente non perfetto, infatti era una pietra piena di buche e spuntoni. Quel picco era collegato a altra roccia, in una sorta di "catena montuosa". ma per esserlo, era alta una trentina di metro, e si nascondeva perfettamente nella fitta vegetazione, anche grazie alle migliaia di piccole piante erbacee cresciute sopra di esso. Lyset si mosse con agilità su quelle rocce, sembrava cercasse qualcosa. In effetti, ben presto trovò un'entrata, molto celata alla vista. Spostò le fronde con impeto, e si fece strada nella grotta. Inizialmente lo spazio sembrò tanto stretto, che lei temette per Deneb: probabilmente lui non ci sarebbe passato. Tuttavia, fortunatamente, la grotta parve farsi via via più ampia, fino a raggiungere grandi dimensioni. Sopra di loro tonnellate di roccie, sotto, tonnellate di pietre. Sembrava fatta apposta per contenere vita. Le pareti erano perfettamente levigate, di una roccia liscia e nera, il soffitto era, come si può facilmente presumere, tendente verso l'alto e lasciava una grande possibilità di movimento, il soffito era a circa 3 metri. Inoltre era un posto non eccessivamente caldo, parecchio arieggiato. Alcuni oggetti risaltavano su tutto quel nero: una scrivania con tutto l'occorrente per la scrittura, una libreria piena di vecchie copie, un vecchio comodino. Lyset raggiunse, con gli artigli che ticchettavano sul duro pavimento, un luogo appartato. Era "diviso", per così dire, dal salone che avevano appena passato, sembrava una stanzetta: e lo era. Lyset sembrava rivivere il passato, fra quelle pareti: gli occhi erano sognanti, lo sguardo vagava da un oggetto agli altri. In quella stanza vi era una sorta di scrigno e poi un "acchiappasogni". Era composto di piume e oggetti argentei, e tintinnava leggero. Sulle pareti vi erano disegni di varie specie di gufi e civette. E nuovamente, una scrivania, sulla quale era riposto un libro dalle pagine bianche.
Lyset prese un respiro profondo, poi parlò.
Questo posto è il tempio in cui convivono il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Nessun Tyto che non fosse della mia famiglia ha mai varcato la soglia di questo luogo, sacro per me. Non farne mai parola con nessuno e, oltretutto, non porre domande indiscrete la voce della barbagianni era dura e severa, non permetteva commenti o obiezioni di alcuna sorta.
Era la mia casa... sussurrò poi, afflitta.
Erano stati i Puri a prelevarla da quel posto: i Puri.
Si avvicinò al libro con le pagine bianche: ormai, non era che un vecchio libro incartapecorito. Sopra, la sua storia, ossia nessuna. Solo una scritta, nell'ultima pagina. Recitava "State lontani da me", la scritta che determinava la fine del suo destino. Accarezzò quelle pagine a lungo, poi chiuse il libro, sulla cui copertina vi era una lettera. M. Era incisa a fuoco.
Si voltò verso Deneb, per la prima volta dall'inizio di quell'escursione nel passato e, con un sorriso amaro, gli disse
Di cosa mi volevi parlare?

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Edited by Howl~ - 23/3/2015, 18:37
 
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Deneb




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Deneb seguì Lyset in silenzio, meditando con attenzione sul piano, guardando distrattamente il deserto scivolare via sotto di loro.
Si ritrovò così, immerso nei suoi pensieri, nella foresta silvana di Tyto. Ecco perché sentiva le ali così stanche! Avevano volato per tutto il deserto fino alla foresta di Tyto!
Si concentrò nel seguirla tra gli alberi e la fitta vegetazione, cercando di capire dove lo stesse portando. Imitò ogni sua mossa: atterrò sulle rocce, la seguì mentre lei cercava qualcosa e si strinse il più possibile per infilarsi nella cavità.
Fu molto sorpreso da quello che vide. La cavità era enorme, le pareti nere erano levigate, l'ambiente era arieggiato e, soprattutto, arredato. C'erano alcuni mobili, ma quello che più attirò l'attenzione di Deneb era una vecchia libreria piena zeppa di tomi ancora più vecchi. Al barbagianni piaceva molto leggere e studiare e si sarebbe fermato volentieri a dare un'occhiata se non fosse stato così...fuori posto. Era evidente che quella fosse una cavità abitata, forse proprio della femmina, quindi di certo non voleva sembrare un maleducato ficcanaso. Così si limitò ad osservare tutto, studiandolo, seguendo però Lyset senza rallentare. Lei lo condusse in una seconda stanza, con uno scrigno, una seconda scrivania e un acchiappasogni. Deneb si ritrovò a fissarlo incuriosito mentre lei parlava.
- Quindi questa è sul serio casa sua. - pesò, staccando gli occhi dall'acchiappasogni e tornando a studiare tutto l'ambiente.
- E' davvero una gran bella cavità. Ma al posto suo dubito che ci tornerei. - si disse, pensando a quanto odiava l'idea di tornare nel posto in cui era cresciuto, pieno di ricordi neanche troppo allegri della sua infanzia. Era anche vero che non conosceva con esattezza il passato di Lyset e una delle cose che teneva lontano Deneb dalla sua vecchia cavità era che era ancora occupata dai suoi genitori.
Voleva tanto chiederle perché fosse sotto terra. Da quel che sapeva, solo le civette delle tane e i fabbri vivevano in cavità simili. La famiglia di Lyset era forse una famiglia di fabbri? Ma lei l'aveva messo in guardia dalle domande indiscrete.
<< Non una parola. >> le assicurò, invece. Non ne avrebbe parlato con nessuno anche se lei non glielo avesse chiesto.
<< Per quanto riguarda quello di cui ti dovevo parlare.... è un piano. Un piano per rimanere vivi il più a lungo possibile. >> fece una pausa, guardandola negli occhi.
<< Non so se l'hai sentito, ma il Puro che ha attaccato il Guardiano nel deserto ci ha chiamati "voltapenne". Ora, non so te, ma io non ho una gran voglia di essere punito o giustiziato per non essermi scagliato contro una civetta delle nevi completamente disarmato. >> la sua voce si era fatta seria e tesa. << E tu vuoi andare dai Guardiani ma io non so come portartici. Stavo pensando di farcelo dire direttamente dai Puri. Voglio farci passare per spie, degli infiltrati al Grande Albero che dovrebbero, non è detto che lo faremo, riferire le intenzioni dei Guardiani ai Puri. Per questo parlavamo con quel Guardiano e per questo siamo fuggiti lasciando un nostro compagno indietro, per non compromettere il piano di spionaggio. >>
Prese a misurare a grandi passi la stanza, camminando nervosamente avanti ed indietro. << Se ci accorderanno il permesso di spionaggio, dovremo capire che fare al Grande Albero. Mi riferisco soprattutto al fatto di riferire i piani dei Guardiani ai Puri. Pensavo di avvisare i Guardiani della nostra "missione di spionaggio" e di offrirci come infiltrati tra i Puri. Sarebbe rischioso, ma avremmo dei vantaggi. Potremo scegliere con calma chi danneggiare e chi favorire riferendo informazioni corrette o sbagliate e nessuna delle due fazioni dovrebbe attaccarci in caso di scontri. >> a quel punto si fermò, soppesando il piano. Nella sua mente funzionava, ma poteva funzionare anche nella realtà? C'erano tante cose che non poteva prevedere, che potevano sfuggire al suo controllo. E non voleva mettere troppo a rischio la vita di Lyset, o la sua.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 6/9/2013, 08:07     +1   -1






Lyset






Lyset rimase impietrita ascoltando le parole di Deneb. Erano parole potenti, che avrebbero fatto la differenza fra vita e morte. Quel piano non era nulla di che, certo, non era capato in aria, tuttavia presentava una falla opinabile: se al Grande Albero si fossero fatti notare dalla civetta delle nevi, che a quanto sembrava era un pezzo grosso, sarebbe stato un bel guaio. Lui li aveva ascoltati parlare e avendo intuito il loro schieramento, poteva benissimo pensare a degli infiltrati. E poi viaggi di quell'entità erano ardui, e in pochi avevano l'ardore di compierli. Mentre loro, in tal caso, avrebbero dovuto sciamare avanti e indietro molto velocemente, talvolta anche di giorno pur di arrivare in tempo da una parte o l'altra. No, non sarebbe stato affatto semplice. Ma sono pronta a questo: mi sono allenata ore e ore, volando la notte, il vespro e il dì, non dovrò temere nulla, se non che le mie ali vadano in stallo, per Glaux. D'altronde, nulla nella mia vita è mai stato semplice. E cosa potrebbe mai succedermi di così terribile? La morte non mi spaventa, ho visto cose molto peggiori.
Fissò Deneb, terribilmente entusiasta, con un bagliore negli occhi neri che non aveva mai sfoggiato in vita sua. O che, forse, non sfoggiava da molto tempo.
Credi che sia venuta qui a caso, Deneb?ridacchiò, poi si avvicinò alla libreria, ed estrasse da essa una delle innumerevoli copie di libri. Lo aprì e lo sfogliò con meticolosa attenzione. Finalmente giunse alla pagina prescelta: non vi erano numeri, ma lei aveva visto tante di quelle volte sfogliare le letture da altri, che ormai le conosceva come le sue ali. La pagina era incartapecorita, ingiallita dal tempo, e recava sopra la scritta: Mappa stellare con indicazioni. Insomma, vergate nella pagina dopo con uno stile leggero ma sicuro vi erano le spiegazioni di dove portava ogni costellazione.
A detta del libro dovevano seguire l'Occhio di Glaux e la Pinna della Balena.
Lyset si voltò vero Deneb e annuì. Quel gesto sancì la sua scelta: sarebbero state le prime spie che, in realtà, non avevano schieramento.
Quell'idea rese felice Lyset ma poi il suo volto si ombrò. Stava ricordando i momenti... Quei momenti. Non poteva dare a vedere quel suo punto debole, però, e decise di rispondere al piano di Deneb.
Pensavo... Se ora sappiamo le stelle da seguire... Sarebbe il caso di andare dai Guardiani e restarci per un po', tornando poi dai Puri con le notizie che vogliamo dire loro e consegnarci ugualmente a questi ultimi, chiedendo il permesso e partendo? Io sarei per la prima, perché se chiedessimo loro il permesso si domanderebbero per quale astruso motivo non l'abbiamo chiesto prima. In tal caso sembreremmo sul serio dei voltapenne... Invece se non lo chiediamo e andiamo dai Guardiani, quando torneremo sembrare dei giovani che desiderano solo divertirsi, quindi forse saranno clementi e non avranno strane idee... forse Lyset stava solo farneticando, ma temeva davvero che quel piano potesse finire male.
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Posted on 6/9/2013, 15:31     +1   -1
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Deneb




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La osservò curioso estrarre un vecchio tomo impolverato dalla libreria e sfogliarlo, cercando qualcosa. La vide fermarsi su una pagina ingiallita dal tempo. Si avvicinò di qualche passo e legge, al contrario, la scritta "Mappa stellare con indicazioni". Perfetto! Lei aveva un atlante stellare! Si avvicinò ancora un po', girando la testa per cercare di studiare la cartina.
Sembrava che dovessero seguire la Pinna della Balena e l'Occhio di Glaux.
Soppesò la nuova opzione che Lyset gli diede, riaddrizzando la testa. Bene! Non solo era con lui ma stava aiutando anche a mettere a posto le tasselle del piano!
<< Sì, potremmo sempre dire che il nostro piano prevedeva di agire velocemente per infiltrarci con successo tra i Guardiani, o che per la nostra giovane età non abbiamo pensato a niente di meglio. Esistono mille giustificazioni possibili. >> annuì anche lui, soddisfatto. << Il massimo che riceveremo probabilmente sarà una bella strigliata, soprattutto se offriamo la prospettiva di spiare i Guardiani dall'interno. Non credo che si lasceranno scappare quest'occasione, stessa cosa vale per i Guardiani. Cercano il nuovo covo dei Puri da tempo, sicuramente sapranno sfruttare una coppia di Tyto poco fedeli a Sua Purezza. >>
Sorrise compiaciuto, si sentiva un cospiratore a tutti gli effetti e questo lo elettrizzava. Certo, era rischioso, c'era in gioco la sua vita. Non solo la sua, ma anche quella di Lyset, l'unica che gli avesse mai mostrato comprensione sebbene lo conoscesse solo da poco tempo. Era stupido sentirsi così vivo correndo rischio simile e, probabilmente, quel divertimento si sarebbe spento presto una volta che si sarebbe ritrovato completamente invischiato nello spionaggio, ma era da quando era piccolo che sognava delle avventure, libero da tutti quei barbagianni che lo guardavano dall'alto in basso solo perché le loro piume erano più chiare delle sue.
Quella, finalmente, era la sua occasione.



Le stelle te le ricordavi o le hai sparate? XD
 
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Aylin e Kalila
Posted on 6/9/2013, 15:57     +1   -1




Diciamo che nel film ho sentito nominare quelle stelle da seguire per raggiungere i Guardiani... Poi non so quanto siano attendibili xD



Lyset






Allora quando partiamo? le scappò di dire. Era vera,ente elettrizzata, ogni fibra del suo corpo era tesa allo spasmo per ascoltare la risposta del Tyto. Non credeva che sarebbe mai giunto il giorno in cui aveva una così tale possibilità di riscattarsi. E di vendicare suo fratello e lui... Quanto le mancava il suo caro compagno... Colui che usava chiamarla sempre in quel modo che detestava, Vega, il perché non l'aveva mai capito. Colui che amava farsi una camminata, piuttosto che una volata, cosa totalmente incomprensibile. Colui che lei aveva ucciso. Sospirò, ricacciando indietro la nostalgia, e guardando in faccia il futuro: sarebbe diventata una spia! Poi, immediatamente, un pensiero le balenò nella mente.
Ma non dovremmo mascherarci sotto una falsa identità? Altrimenti potremo essere facilmente riconosciuti nei Guardiani. Io sarò Vega, avrò 3 anni e sarò una tyto molto inesperta nel combattimento, ma che sa volare abbastanza bene e tu? In questo modo sei Puri e i Guardiani sapessero di noi potrebbero confondersi a causa dei nomi diversi con cui siamo chiamati.
Lyset si avvicinò a Deneb e quando si trovò a un palmo da lui, gli diede un buffetto amichevole sulla spalla, sorridendo divertita.
partiamo subito? O aspettiamo un po' qui? lo pronunciava solo per cortesia... Lei non avrebbe atteso un secondo solo.

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Aylin e Kalila
Posted on 6/9/2013, 17:48     +1   -1






Altair


vh3k7sj



Altair era finalmente tranquilla. Non trascorrevano giorni senza che essa si lagnasse prima di un pasto, per non aver avuto un genitore a insegnarle il mestiere di cacciatrice. Sarà perché fin da piccola si allenava, ma senza il minimo aiuto riusciva sempre a catturare innumerevoli creaturine del bosco. Anche piccoli ratti, volendo. Certo, era solo una piccola guferà e nessuno le aveva mai insegnato a cacciare, quindi non possedeva la grazia e l'esperienza di un cacciatore a tutti gli effetti, ma era davvero brava. Quel giorno Altair aveva appeno catturato un'arvicola, e se la stava mangiando senza far storie, leccandosi il becco, per dire. Non che le piacesse tanto, ma per la prima volta da giorni e giorni, durante quel dì non aveva fatto brutti incubi. E si sentiva a suo agio. Sospirò, felice. Dopo tutto quello che aveva passato, dopo Sant'Aggie, non si sarebbe mai immaginata di poter vivere così in pace. Lei era riuscita a resistere all'abbaglio lunare e a tutte le cattiverie di quel luogo, ma mai si sarebbe immaginata di poter scappare. Eppure l'aveva fatto, proprio il giorno in cui era scoppiata quella feroce mpbattaglia fra Guardiani e Puri, in cui i Guardiani uscirono vittoriosi, liberando ogni piccolo gufo. Ma lei non era fra questi... Lei si era già liberata. Aveva avuto la fortuna di scorgere, da uno spiraglio fra le fronde, quella meraviglia: gufi di ogni specie volare verso casa, con le zampe piene di cuccioli come lei. Tuttavia, non era stata anche lei in quello stormo, e per questo non attendeva che una possibilità per raggiungere i Guardiani e unirsi a loro. Aveva visto dove si dirigevano e che stelle stessero seguendo, poteva facilmente emularli. Ma il punto cruciale era proprio quello: non sapeva volare. Era abile nell'arrampicarsi, e poi planava giù, uccidendo animali e mangiandoli. Ma non riusciva a volare, non ci riusciva proprio. La voglia di farlo le cresceva dentro potente, ma non ne era in grado, poiché nessuno le aveva mai insegnato e da piccola era stata sballottata di qua e di là, anche quando era nell'uovo, e si sa che ciò può ledere il pulcino. Sbuffò, malinconica. Quanto avrebbe voluto librarsi anch'essa nel cielo nero. Lo fissò, e si perse nei bagliori delle stelle, che malgrado la sua attenzione sfumavano con flemma, alternando si alla luce solare più intensa e prepotente, che ora bagnava le fronde fresche di rugiada, e baciava il suo volto. Stava mangiando ancora l'arvicola, quando udì un rumore sospetto: si trattava di parole. Probabilmente erano suoi simili, o almeno altri esemplari di gufi. L'eccitazione la pervase in un flusso di emozioni continuo: dei gufi!! Non ne vedeva da almeno 6 mesi, ossia da quando si era liberata da Sant'Aggie. Pigolò felice, e la gioia prese il posto dello sconforto che le aveva tenuto compagnia per tutto quel tempo. Si avvicinò al punto da cui provenivano le voci: pareva un grande pezzo di pietra, a picco, che però si confondeva perfettamente con l'ambiente circostante. Sembrava non esserci entrata. Altair vi girò intorno un paio di volte, poi localizzò l'uscio, e per l'entusiasmo, senza attendere oltre, fece il suo ingresso. Vide due gufi vicino, forse si trattava di una coppia di... come si chiamavano?
Tyto alba La risposta giunse inattesa dalla sua memoria. Erano i gufi perfidi, coloro che si facevano nominare Puri, ma che non erano altro che indegni gufi auspicanti il potere. Emise un verso spaventato, e le sue pupille si dilatarono, timorose. Sapeva di essere esposta ad un grande pericolo.
Scusate, io non volevo... Io sono... Scusatemi... pronunciò sussurrando, senza fissare nessuno dei due, troppo impaurita per farlo.
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Posted on 6/9/2013, 20:17     +1   -1
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A bien XD Dovrò riguardarmi il film uno di questi giorni e in un futuro prossimo rileggermi anche i libri XD




Deneb




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Deneb sbatté le palpebre, incredulo di non aver pensato al nascondere l loro vera identità e dalla velocità con cui Lyset si trovò un nome fittizio.
- Sembra che se lo fosse preparato da tempo. - pensò guardandola - Vega....Vega... mi è familiare. E' forse il nome di una stella? -
Lei gli si avvicinò e gli tirò un buffetto amichevole. Lui ne rimase davvero sorpreso. Fin'ora lei non sembrava contenta di averlo troppo vicino, probabilmente considerandolo un'invasione degli spazi vitali, e ora non solo si era avvicinata lei ma lo aveva addirittura toccato!
<< Calma calma. >> le rispose divertito, trattenendo un Churr, << Io devo ancora decidere un nome per me e ad essere sincero ho un certo languorino. >>
Fece una breve pausa, cercando di pensare ad un nome per la sua nuova identità. Non gli veniva in mente niente che gli piacesse davvero, forse perché il suo nome era una delle poche cose che gli piacesse di sé stesso.
<< Uhm, non mi viene in mente niente. Tu come mi chiameresti? >> le chiese, questa volta lasciandosi scappare il Churr.
<< E secondo te potremmo continuare gli studi? E dovremmo per caso non dimostrarci troppo interessati alle stelle e studiare qualcos'altro? >> continuò a chiedere elettrizzato dall'idea di poter consultare una nuova biblioteca. Chissà quanti e quali tomi sconosciuti ai Puri custodiva la biblioteca dei Guardiani!
Ma il rumore di un cuore che batteva e dei passi in avvicinamento lo riscossero dalle sue fantasticherie e gli fecero voltare di scatto la testa nel modo in cui solo i gufi sanno fare.
Così vide far capolino nella cavità una giovane gufetta. Sembrava terrorizzata dai due Tyto e farneticava scuse, tanto che Deneb si chiese se avesse già avuto a che fare coi Puri.
Ma soprattutto, quanto aveva sentito del loro discorso, del loro piano? Poteva metterli in pericolo?
Si avvicinò di qualche passo a lei, studiando ogni sua reazione, ignorando il sentore di disgusto che provava nel guardare gufi così diversi dai Tyto.
Dovevano forse ucciderla lì? Farla a pezzi per assicurarsi che non facesse la spia e corresse a raccontare ai Guardiani che i due Tyto erano degli infiltrati? O forse c'era un altro modo?
Si girò verso Lyset, cercando consiglio.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 7/9/2013, 08:15     +1   -1






Lyset Jaevla (Vega)






Alle parole di Deneb Lyset si allontanò un po', ma non con disdegno, semplicemente intendeva lasciargli i suoi spazi.
Per il cibo, non c'è problema, qua ce n'è parecchio, quanto al nome... Lyset s'interrogò: c'erano tanti bei nomi credibili... Poi fissò il barbagianni, e un nome la fulminò: Anouar Che ne dici di Anouar? pronunciò, ridacchiando con lui per la particolare situazione. Ti si addice
Ascoltando la seconda domanda del tyto rimase basita Possiamo benissimo studiare qui. Una volta che sapremo qualcosa ci alleneremo in quello. Saremo maestri di noi stessi. Ovviamente talvolta ci servirà l'aiuto di qualcun'altro, e allora ci saranno ben due schieramenti pronti ad aiutarci. Se non ci sentiremo al sicuro a chiedere ai Puri, lo faremo ai Guardiani, non ci saranno problemi. Io penso che mi allenerò in caccia... Faccio decisamente troppo rumore quando plano sulla preda... osservò poi, fra sé e sé.
Puoi liberamente usufruire della piccola biblioteca qui presente, se interessato aggiunse, notando il suo sguardo posato sugli antichi tomi.
Non vengono toccati da tanto tempo... Quindi attento!
Infine, un rumore di passi destò Lyset dall'incredibile entusiasmo, riconducendola al mondo reale. Una piccola gufetta aveva fatto malamente irruzione in quel luogo, e lei non lo sopportava. Fosse stata fuori, forse l'avrebbe addirittura accolta, aiutata, ma dentro quel luogo, senza il suo permesso, nessuno poteva fare ingresso.
Esci di qui. Non ti torceremo una penna, ma esci, e non farti rivedere. Esci. Di. Qui. disse Lyset, cin voce ferma, quando Deneb si girò verso di lei, in cerca di un sostegno.
Nessuno avrebbe mai profanato quel posto.

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Aylin e Kalila
Posted on 7/9/2013, 09:21     +1   -1






Altair


vh3k7sj


Quando notò gli occhi scuri e impenetrabili della Tyto posarsi sui suoi color cannella, Altair sobbalzò, spaventata. Non voleva aver interrotto il loro discorso, magari era anche importante.
Scusate... Io pensavo... Magari eravate normali gufi normali gufi? Cosa le saltava in mente?! In questo modo avrebbe potuto farli arrabbiare ancora di più. Riguadagnò un po' di autostima e sicurezza e parlò nuovamente.
Siete uccelli così nobili. Una schifosa gufetta come me non si doveva permettere di entrare in un modo tanto improprio nell'abitazione di due Tyto Alba
Erano uccelli davvero particolari, quelli: innanzitutto non avevano un piumaggio comune nella loro specie, di questo ne era certa. Uno di loro era marrone, quello che dalla stazza avrebbe creduto maschio, l'altra era bianchissima, e sembrava una femmina. Il portamento di quei gufi, d'altronde, era davvero regale: parevano camminare su un tappeto rosso. Il maschio le si avvicinò pericolosamente, e lei, sicura di sé, restò immobile, attendendo la sua condanna. Quando lui si voltò verso la compagna, si sentì scandagliare dall'interno dagli occhi neri e penetranti di quella barbagianni. Dopo un po' lei si decise a parlare.
Mi chiamo Altair, sono orfana. Ho udito il vostro parlare, ma non ho sentito cosa dicevate, se è questo che vi preoccupa. Sono entrata sperando di incontrare altri elementi della mia specie, mi dispiace di avervi interrotto. aveva parlato con la sua voce fievole ma con convinzione nata dal suo giovane ventriglio. Poi si voltò, e decise di uscire.






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Edited by Alice e Kalila - 7/9/2013, 14:23
 
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Posted on 7/9/2013, 13:45     +1   -1
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Deneb "Anouar"




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Osservò la reazione di Lyset che intimava alla gufetta di andarsene.
- Beh, l'aveva detto che era casa sua e che nessuno che non fosse della sua famiglia è mai entrato qui. - e con quel pensiero si sentì nuovamente un po' a disagio. Lui non era di certo della famiglia e conosceva Lyset solo da quella notte, eppure eccolo lì, ritto nella cavità di famiglia di lei.
Ascoltò la gufetta, che prima di andarsene, si presentò.
- E così è orfana. Ma è così piccola! E' strano che riesca a cavarsela da sola, non sono nemmeno sicuro che riesca a volare. - pensò studiandola con occhio critico mentre lei si voltava e lasciava la cavità.
A quel punto si rigirò verso Lyset, cercando di disinteressarsi alla gufetta. Aveva detto che aveva sentito delle voci ma che non aveva comunque capito le parole, no? Potevano stare tranquilli allora? Certo poteva sempre mentire per salvarsi la vita.
<< Allora, dove eravamo ri....>> cominciò rivolgendosi alla Tyto, ma si bloccò. Con la testa ancora piena di dubbi sulla gufetta, un'idea l'aveva folgorato come un fulmine a ciel sereno. Potevano usarla!
<< Mi è appena venuta un'idea! >> esclamò, per poi bisbigliare per assicurarsi di non venir udito, di nuovo, da altri oltre a Lyset. << E' una gufetta orfana. Possiamo portarla al Grande Albero, come assicurazione. Se i Guardiani vedranno che portiamo addirittura con noi una piccola non-Tyto, aiutandola per portarla al sicuro al Grande Albero, si fideranno più facilmente di noi! E per di più possiamo assicurarci che non abbia davvero sentito niente ce possa comprometterci. >> e detto questo, schizzò fuori dalla cavità per raggiungere la gufetta sconosciuta.
<< Aspetta! Aspetta! >> gridò appena fu fuori dalla cavità, nuovamente all'aria fresca della notte. Se qualcuno gli avesse detto che avrebbe cercato l'amicizia di una non-Tyto probabilmente gli avrebbe riso in faccia, ma era proprio quello che stava accadendo.
<< Aspetta! Altair! Non volevamo spaventarti. >>


 
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Aylin e Kalila
Posted on 7/9/2013, 14:02     +1   -1






Altair


vh3k7sj


Altair sbatteva le ali con forza, tentando di fuggire. Il tyto più robusto, quello maschio, la stava inseguendo. Urlava qualcosa che non riusciva a sentire, le intimava di fermarsi, ma non l'avrebbe mia fatto: erano quelli i gufi che volevano ucciderla e imprigionarla. Escreprò pensò, con il ventriglio in subbuglio. Non ci capiva più nulla, prima la tyto bianca la scaccia e poi l'altro la insegue per catturarla? Chissà quali piani malvagi avevano in serbo per lei. Ormai era stanca, non riusciva più né a correre né a volare, se quello poteva così identificarsi, lei si limitava a fare come le galline, sbatacchiando quelle due parti del suo corpo così ampie e difficili da utilizzare. Quando ormai si ritrovò con lui alle calcagna si voltò ed emise un fischiò acuto e spaventato. Si gonfiò come aveva visto fare altri gufi, per apparire più grande e incutere timore. Ma sapeva che non sarebbe servito a niente. Fissava il tyto negli occhi mori, luccicanti.
Tu chi sei e cosa vuoi da me? Vai via, giuro di non aver sentito nulla, fidati Se l'avesse davvero voluta ferire, probabilmente anche quelle parole sarebbero state vane, ma almeno un tentativo non le avrebbe nociuto.
Giuro che non entrerò in quel luogo, i gufi a strisce non mentono mai, è una prerogativa della nostra specie se ne uscì fuori: pur di sopravvivere avrebbe fatto di tutto. Non era comunque il tipo di uccello che mentiva facilmente. Preferiva di gran lunga essere onesta e leale, ma a mail estremi, estremi rimedi. Il barbagianni però, non mosse una piuma, se ne stava immobile, ergendosi in tutta la sua altezza dinanzi a lei.
Cosa ne vuoi fare di me?chiese, rassegnata. Non si sarebbe mai attesa la risposta che le diede quel gufo.






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Lyset Jaevla (Vega)






Lyset restò colpita dall'idea di Deneb, ma non mosse obiezioni. Solo durante "l'inseguimento", se così si poteva definire, della piccola gufetta, pronunciò queste parole.
Sappi però che io non la costringerò se lei non sarà d'accordo
Una volta giunta alla gufetta, si fermò. Si vedeva che era preoccupata, e dopo quel volo discontinuo ansimava con forza.
Senti. Non vogliamo farti del male. a quelle parole sembrò un poco calmarsi, poi Lyset passò la parola a Deneb.

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Posted on 7/9/2013, 15:15     +1   -1
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Deneb "Anouar"




Armatura: Disarmato

Deneb continuò a rincorrerla finché la gufetta non si fermò ad affrontarlo, notando come non riusciva a prendere il volo.
- Come sospettavo, è troppo piccola per volare. Questo potrebbe essere un problema, dovremo insegnarglielo noi se vogliamo portarla al Grande Albero. -
<< Vega ha ragione, piccoletta. >> disse, concordando con Lyset appena lei gli passò la parola. << Non vogliamo assolutamente farti del male. E mi dispiace di averti spaventata e che la mia amica ti abbia cacciato in così malo modo ma, vedi, quella cavità è un posto speciale per lei. >> continuò il discorso, con la voce più calma e affabile che riusciva ad usare. Preferì restare sul vago per quanto riguardava la cavità di Lyset. Di certo non voleva avventurarsi in spiegazioni assurde inventate di sana pianta, dato che nemmeno lui conosceva il passato della femmina di barbagianni.
<< Il mio nome è Anouar. >> si presentò usando il nome che Lyset aveva scelto per lui. Lei gli aveva detto che gli si addiceva, ma lui non sapeva il perché o che volesse dire.
- Quando tutto sarà più calmo glielo chiederò. - decretò.
<< Vedi, noi due vogliamo raggiungere i Guardiani, scappare dai Puri. Tu hai detto di essere orfana e che volevi compagnia quindi ho pensato, beh, perché non portarti con noi! Questa foresta non è sicura per gufetti giovani e soli, noi potremmo proteggerti ed insegnarti a volare. >>


 
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Aylin e Kalila
Posted on 7/9/2013, 16:04     +1   -1






Altair


vh3k7sj


Altair era letteralmente scioccata. Mai avrebbe creduto di poter ricevere aiuto da coloro che un tempo erano stati i suoi peggiori nemici. Decise di accettarlo, e annuì sognante: sarebbe andata dai Guardiani! Poi aggiunse:
Io non so volare... So solo planare... Però riesco a capire i cambiamenti meteorologici e so cacciare e cavarmela da sola. Ora sta per giungere una tempesta piuttosto forte... Posso stare con voi? Altair fissò la barbagianni che aveva difeso con tenacia la loro abitazione Posso alloggiare nella vostra abitazione? Solo finché non si placherà la tempesta, ovvio






Armatura:Disarmata

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Lyset Jaevla (Vega)






Lyset era felice che Deneb l'avesse chiamata con quel nome che non utilizzava da anni... Vega, era qualcosa di intimo e speciale per lei. Vega era il nome che le aveva dato il suo compagno, tempo addietro. Fu inondata da mille emozione, ricordando quei tempi. Poi si riscosse e fissò la piccola.
Mi dispiace di averti aggredita, vedi, quel luogo è importante. Comunque puoi venire, ti accoglierò volentieri
E tornarono indietro, nella cavità, attendendo che la tempesta passasse. Intanto si misero a leggere grandi tomi impolverati.
Armatura:Disarmata


 
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Posted on 7/9/2013, 22:52     +1   -1
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Deneb "Anouar"




Armatura: Disarmato

<< Grazie di averci avvertiti della tempesta, Altair. >> rispose alla piccola, abbozzando un sorriso, mentre si rinfilavano tutti nella cavità di Lyset. << E non ti preoccupare, planare è già qualcosa. Non basterà di certo per raggiungere il Grande Albero, ma almeno non partiamo da zero. Domani notte, se ti va,cominceremo le lezioni, in modo da partire il prima possibile. >> continuò, mettendosi ad ispezionare la vecchia libreria. Molti libri erano così vecchi che i titoli sui dorsi si erano scoloriti e diventava difficile capire di che trattassero. Ne afferrò uno con una zampa, intitolato "Guida dei Regni dei Gufi", sperando di trovarci qualcosa d'interessante, soprattutto sui Regni del Nord che conosceva solo di nome. Saltellò e svolazzò goffamente fino alla scrivania, dove lo posò e lo aprì. Stava per cominciare a leggere quando gli venne in mente una cosa.
<< Sai leggere? >> chiese alla gufetta. Se non aveva fatto in tempo ad imparare a volare, forse non sapeva nemmeno leggere. << Se no posso insegnarti io. >>
Si sorprese lui stesso di questo suo slancio di generosità verso una non-Tyto. Ma lui amava leggere, quasi quanto amava le stelle. Appena poteva si chiudeva nel ripostiglio delle pergamene e incominciava a leggere. Leggeva un po' di tutto, ma aveva un debole per le storie e le leggende.
E di certo non voleva privare nessuno, a qualsiasi razza appartenesse, del piacere della lettura.


 
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Aylin e Kalila
Posted on 8/9/2013, 09:57     +1   -1






Altair


vh3k7sj


Gli occhi di Altair sfavillarono di luce quando lui le propose di insegnarle a leggere.
No, nessuno me l'ha mai insegnato... Sono nata a Sant'Aggie, e lì non volevano neppure che parlassimo di cose diverse dal lavoro...
Lo sguardo si riempì di tristezza, ricordando i giorni in cui i Puri l'avevano esiliata in quel luogo dimenticato da Glaux per compiere un lavoro terribile.
Sono fuggita planando e correndo, e sono arrivata in questa foresta, dove ho vissuto fin'ora cacciando mentre plano oppure... Di insetti fece una faccia parecchio disgustata. Odiava gli insetti, ma a mail estremi, estremi i rimedi...
E voi? Perché fuggite dai Puri? Loro sono la vostra famiglia, i vostri simili... Non capisco... Altair non riusciva a immaginare quale motivo li spingesse a separarsi da una parte tanto importante.
Poi si avvicinò ad Anouar, e sorrise raggiante. Era il primo colpo di fortuna che avesse da tutta una vita, una vita di sacrifici e difficoltà.
Grazie... disse, accostandosi a Anouar ancora un po'.
Poco dopo la pioggia danzava sulle loro teste, cadendo e formando rivoli sulla dura ed ermetica pietra.
Passarono tre ore così, fra il rumore della pioggia battente e le loro voci, intente a leggere libri.
Alla fine Altair si accoccolò in un lato della camera e si addormentò quasi immediatamente. In sottofondo, le voci dei due Tyto.

Armatura:Disarmata

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Lyset Jaevla (Vega)






Lyset sorrise con amorevolezza quando Deneb, il cosiddetto Anouar, chiese alla piccola Altair di insegnarle a leggere.
E fino a poche ore fa diceva che non accettava di buon grado i non-Tyto, che gli facevano schifo. le venne da ridere, ma soffocò la risata. In realtà anche lei non amava i non-Tyto data la loro minore abilità nel volo, ma per il resto non le facevano proprio schifo. Erano diversi, tutto qui.
Altair raccontò brevemente la sua storia, di quando era stata catturata ancora dentro l'uovo, della sua fuga, e della sua corsa verso la foresta di Tyto.
Chissà quante ne ha passate. rifletté. Probabilmente era addirittura più esperta di lei in certe cose.
Poi chiese a loro due per quale motivo avessero lasciato i Puri. Lei si fece seria.
I puri sono qualcosa di terribile, non sono la nostra casa. Anche loro ci sfruttano come sfruttano altri gufetti. Vogliono renderci le loro macchine da guerra disse, ricordando le parole della civetta delle nevi. In fin dei conti, aveva ragione: scappare dai Puri era l'unica soluzione per mantenere una certa dignità.
Leggiamo un po', poi andiamo a letto. Sta per farsi giorno detto ciò immerse il volto in un piccolo taccuino. Era il suo libro, il libro delle poesie. Lo portava sempre con sé, e vi annotava qualche verso. Amava scriverci... Ma non lo faceva da tanto. Era intenta nello scrivere un breve racconto, quando Deneb la destò dal suo torpore. Altair si era addormentata profondamente, in fondo alla stanza.
Chiuse di scatto il taccuino, non poteva sicuramente farglielo leggere. Vi erano tutti i suoi segreti lì dentro, dal primo all'ultimo. Non gli avrebbe mai mostrato, la stessa notte che l'aveva incontrato, la sua storia.
Anouar, pensi che la prossima notte potremo insegnarle come volare? Sarebbe impossibile portarcela di peso... osservò, pensierosa.
Fissò il barbagianni negli occhi, che emettevano baluginii colorati, e si perse fra i suoi meandri.
Non ho sbagliato, allora pronunciò, poi si accoccolò nella camera, vicino al suo acchiappasogni, sopra un apposito trespolo di legno attaccato alla pietra. Il vento della tempesta che infuriava fuori muoveva l'acchiappasogni composto di campanelli e piume, facendolo tintinnare armoniosamente. Si addormentò nel silenzio della sua mente, mentre il sole le bagnava il piumaggio bianco, in un caleidoscopio di colori.
Armatura:Disarmata


 
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