Annun l'infermiere vola molto adagio nella notte nuvolosa, sbattendo le ali con forza per opporsi al forte vento contrario. Come se non bastasse ha indosso l'armatura e una bella, grossa scarsella con sopra cucita una grossa croce con filo rosso acceso.
Ahh.. non ci voleva proprio...Forti raffiche di vento hanno preso a colpirlo da più direzioni, facendolo oscillare spesso e volentieri e sbatacchiandolo qua e la. Era partito poche ore prima dall'Albero diretto verso il deserto, in cerca di alcune erbe rare che sapeva crescere in alcune oasi ed ora era essenzialmente vicino al confine del deserto, tanto che all'orizzonte vedeva chiaramente il bosco diradarsi per far spazio ad una linea di sabbia. Ma il peso dei suoi oggetti e l'imminente pioggia gli stanno facendo modificare le sue idee. Gli occhi nerissimi dell'allocco barrato saettano poco più su di lui, dove ha visto un lampo illuminare le nuvole. Una goccia di pioggia picchetta sul suo elmo.
Meglio andarsi a riparare.Annun punta verso il basso, lasciando che la gravità lo faccia abbassare ed individua un grosso albero di tasso dalle foglie fitte e di un bel verde smeraldo vicino al fiume. A qualche metro dalle radici individua una cavità evidentemente abbandonata; plana lentamente e vi atterra, sollevando una nuvola di vecchio piumino: probabilmente ora si trova in una cavità appartenuta ad una famiglia che ha deciso di abbandonarla nonappena i propri pulcini hanno messo le penne da volo. L'allocco sospira di sollievo e si toglie elmo e scarsella. Aiutandosi col becco, poi, si slaccia le grinfie e le getta senza tanti complimenti assieme alle altre cose. Sono le grinfie più vecchie che ha e gli vanno un pò strette e scomode.
Perchè diamine le ho portate? Potevo indossare quelle nuove di ferro o di rame.Poi si ricorda di aver pensato che era partito in cerca di erbe e non di guai e quindi aveva optato per grinfie semplici. Ora pensa semplicemente che sono un peso in più.
Se fossi stato disarmato avrei volato anche nella tempesta senza problemi.Sospira e si adopera per pulire la cavità: raccoglie col becco il piumino e getta fuori un paio di borre vecchie e un pò puzzolenti assieme a qualche scarafaggio. Il ticchettio della pioggia si fa più insistente, ma le fronde del tasso sono talmente fitte che riparano anche tre o quattro metri fuori dalla cavità.
Terminata la pulizia apre la scarsella: è la sua borsa personale di prontosoccorso, con tutto l'occorrente: dalla fasce all'ago e il filo, alle pinze ad un piccolo mortaio con pestello, ma le scorte di erbe gli sono quasi finite, bastavano appena per un paziente. Ecco il motivo del suo viaggio.